L’opinione di Beatrice Lundmark, pubblicata lo scorso 27 marzo sul Cdt online – Lo scorso 12 marzo è venuto purtroppo a mancare un personaggio geniale dell’atletica mondiale: Dick Fosbury, l’uomo che rivoluzionò la tecnica del salto in alto e che permise a tanti di noi – e qui parlo come di ex-atleta – di volare a quote prima impensabili. Il Fosbury-flop è infatti l’unica tecnica che permette di fare un salto valido anche se il baricentro è più basso dell’asticella. Alle Olimpiadi di Città del Messico, nel 1968, Fosbury presentò questo nuovo modo di saltare eguagliando il record olimpico e conquistando l’oro.

Dick Fosbury ebbe un’intuizione geniale: perché saltare ruotando sul ventre, quando ci si può girare in volo e saltare di schiena guadagnando preziosi centimetri? A volte ci vuole il coraggio di cambiare paradigma a vantaggio di tutti. Nello sport come nel lavoro e nella vita quotidiana dovremmo cercare di eliminare alcuni schemi preconcetti e pensare a nuove soluzioni che ci permettano di sfruttare al meglio le potenzialità che sono in noi.

Personalmente ritengo vada creata una società più sana ed equilibrata dove ognuno possa esprimersi e contribuire allo sviluppo dell’umanità, senza pregiudizi inutili. E soprattutto quando si parla di parità di genere, i pregiudizi sono proprio inutili, lo dimostrano diversi studi. Adrienne Gormley, Chief Operations Officer (COO) di N26, banca tedesca con sede a Berlino, sottolinea ad esempio che, statisticamente, dando alle donne l’opportunità di realizzarsi si favorisce il successo di tutti: “i dati hanno evidenziato che la povertà diminuisce e l’economia cresce nei paesi dove esiste una maggiore parità di genere: nuove ricerche hanno dimostrato che le aziende che promuovono una leadership al femminile ottengono risultati migliori e aumentano i proventi.” Anche lo studio “Why women matter” (McKinsey) dimostra che si ottiene maggior successo tramite una cospicua presenza di donne nelle alte sfere aziendali. Tuttavia nelle direzioni delle 100 maggiori imprese svizzere si trovano solo il 6% di donne, nel parlamento ticinese gli uomini sono il doppio delle donne e in Consiglio di Stato non siede nessuna donna. Ritengo vada incoraggiato un futuro maggiormente inclusivo e sostenibile dove l’economia può, e deve, fiorire nel rispetto delle singole persone e dell’ambiente che ci circonda.

 

Leggi l’articolo pubblicato dal Corriere del Ticino (online)