Leggo sul Corriere del Ticino di oggi che l’associazione dei pediatri di base lancia l’allarme sulla mancanza di farmaci per la cura dei minori e mi sovvengo di quando, qualche mese fa, disperata, ho trovato l’Algifor sciroppo solo dopo diversi tentativi in varie farmacie.

Premettendo che si trattava di una semplice influenza stagionale – a dire la verità la terza o la quarta nel giro di pochi mesi dato che la mia bambina più piccola, nata nel 2019, dopo due anni di pandemia, obbligo di portare le mascherine, ecc. ora che ha 4 anni, se li prende tutti, o quasi, i virus che girano – sono però rimasta basita quando ho capito che uno dei medicamenti di base più importanti per curare i bambini scarseggiava sul mercato, la farmacista mi ha anche detto che in Italia era contingentato.

Trovato il mio Algifor, non mi sono più soffermata sull’argomento, pensando che la situazione si fosse risolta, leggo invece in un interessante articolo scritto dalla giornalista Jenny Covelli che “per i pediatri si tratta di un problema di lunga data e a lungo termine” e che, tra i 3 motivi citati che causano questa carenza, il primo è che “produrre e commercializzare farmaci per bambini non è attrattivo poiché poco redditizio”. Personalmente lo trovo scandaloso: ma in che società viviamo? Quali sono i valori di una società che si permette di non curare i propri bambini perché non è redditizio??

Trovo giusto e doveroso ciò che l’Associazione dei pediatri di base (Kinderärzte Schweiz) ha fatto scrivendo una lettera al Capo del Dipartimento federale dell’interno (DFI), in realtà, come scrive Jenny Covelli “una lettera aperta rivolta anche ai ministri della Sanità di Germania, Francia, Alto Adige (Italia) e Austria, firmata da enti e associazioni dei rispettivi Paesi e dalla Confederazione europea dei pediatri delle cure primarie (ECPCP)”, dunque un problema di portata abbastanza ampia. Quello che trovo strano però è che prima non sia stato fatto nulla e che non se ne sia accorto o preoccupato nessuno…. Affaire à suivre.

 

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