In vista delle Elezioni federali del 22 ottobre “La Regione” propone la seconda di tre puntate con esponenti non candidati delle principali liste in corsa per le Camere federali: idee e risposte secche a una serie di domande su alcune delle maggiori sfide per i cittadini e le famiglie.
Che cosa fare…
1) … di fronte all’aumento dei costi della salute e dei premi di cassa malati?
2) … per i prezzi dell’energia che salgono?
3) … in materia di pensioni, tra aspettativa di vita in rialzo e rendite in calo?
4) … per contrastare la continua erosione del potere d’acquisto?
5) … rispetto alla crisi migratoria che preme sul Ticino?
6) … nell’ambito della viabilità (problemi al Gottardo, A2/A13, cantieri)?
Le mie risposte:
1) Innanzitutto va fatta un’autocritica da parte di tutti gli attori coinvolti nel sistema: pazienti, medici, casse malati, lobby. Detto questo, i premi di cassa malati stanno diventando insostenibili per il ceto medio e basso, soprattutto per le famiglie. Vanno istituiti dei sussidi per aiutare questa fascia della popolazione, va migliorata la pianificazione ospedaliera e la trasparenza nell’assicurazione malattia obbligatoria. E, se non funziona, proporrei una cassa malati pubblica in concorrenza con quelle private prima di riproporre nuovamente una cassa malati unica.
2) Come sostiene lo psicologo americano Daniel Goleman, “la cura per l’ambiente non è un movimento o un’ideologia, è il nostro prossimo gradino evolutivo”. Si tratta in sostanza di un radicale cambiamento cognitivo che implica una visione capace di cogliere le conseguenze sul sistema di ogni scelta personale e collettiva, e questo vale anche per l’approvvigionamento energetico. Oltre a questo aspetto filosofico, ritengo vada recuperato il ritardo che abbiamo nel settore delle energie rinnovabili, puntando anche sul risparmio energetico – ad esempio aiutando i proprietari a rinnovare gli edifici in modo da disperdere e consumare meno energia – e incentivando lo sviluppo delle comunità energetiche (raggruppamenti ai fini del consumo proprio), che permettono di rendere sostenibile la condivisione dell’energia prodotta dai privati, risparmiando anche sul costo stesso per l’utilizzatore finale.
3) Prima di tutto va rispettata la parità tra uomo e donna. Le donne purtroppo, a causa del lavoro a tempo parziale e del salario ingiustamente e ingiustificatamente più basso di quello degli uomini, ricevono troppo spesso pensioni insufficienti. Bisogna inoltre investire sulla genitorialità cosicché la popolazione torni a crescere nelle fasce più giovani riequilibrando sul lungo periodo la piramide dell’età.
4) Come sostiene il professore di economia all’Università di Friburgo Sergio Rossi, “i salari dei dipendenti della classe media devono essere aumentati, e in modo significativo. Negli ultimi anni non c’è stata alcuna progressione salariale reale, mentre la produttività delle aziende è aumentata”. Infatti, secondo lo specialista, “la crescita dipende in gran parte dalla classe media, attraverso i consumi”. In questo contesto diventa fondamentale la parità salariale tra uomo e donna: si tratta di entrate che mancano nelle tasche delle donne e nelle casse dell’Avs.
5) Va fatta un’analisi seria che esuli dalle strumentalizzazioni politiche. Le migrazioni sono sempre esistite, noi stessi siamo il frutto di una somma di migrazioni. Ciononostante va considerato anche cosa il nostro Paese è in grado di assorbire, investendo contemporaneamente nella formazione in competenze interculturali e umanitarie, cercando, in generale, di colmare il divario crescente tra i ricchi che diventano sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Povertà che purtroppo tocca maggiormente le donne, soprattutto le madri sole e le anziane.
6) Bisogna investire nella ricerca scientifica e nelle modalità di trasporto alternative, inoltre si potrebbe strutturare diversamente il tempo di lavoro e vacanza in modo che non tutti siano in strada e in colonna nello stesso momento. La viabilità è un problema quotidiano visibile ma sono fiduciosa che troveremo soluzioni. Quello su cui dobbiamo investire sono però gli strumenti per affrontare problemi quotidiani “invisibili” come la disparità salariale, le discriminazioni e la violenza domestica.
Leggi l’articolo integrale pubblicato da “La Regione” (10.10.23)